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sabato 22 novembre 2014

IL TEATRO MONDIALE SI INCONTRA IN ARMENIA CON IL CONGRESSO ITI. FORTE LA PRESENZA ITALIANA CON IL CONGRESSO NAZIONALE ITI

TRA GLI APPUNTAMENTI, LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FABIO TOLLEDI “WALLS – THEATRE AND WAR”   

Il teatro del futuro: nuove voci, nuovi pubblici. Si conclude oggi, a Yerevan, in Armenia, il 34° Congresso dell’International Theatre Institute – UNESCO che, a partire da lunedì scorso 17 aprile, ha accolto gli oltre centro Centri nazionali dell’ITI diffusi nei quattro continenti, chiamando praticamente a raccolto il teatro mondiale. Per l’occasione, foltissima la partecipazione italiana, con la delegazione dell’ITI Italia, presieduto da Fabio Tolledi, direttore artistico di Astràgali Teatro, vicepresidente del Comitato per le Identità culturali che riunisce differenti ITI nazionali impegnati sul versante del ruolo del teatro nelle relazioni tra culture differenti.
“Tempo del dialogo. Nuove voci, nuovi pubblici”, questo il tema del Congresso svoltosi  nell’Università di Yerevan per il Cinema e il Teatro (come nuovo membro dell’ITI/UNESCO Network for Higher Education in the Performing Arts), aperto da una relazione di Tobias Biancone, segretario generale dell’ITI.
Tra le sessioni in calendario anche una espressamente dedicata al ruolo del teatro nei territori di conflitto con la presentazione del volume “Walls-Theatre and war”, autore lo stesso Tolledi, restituzione di un’esperienza progettuale realizzata in Grecia, Cipro, Turchia, Italia, Francia, Germania. A rappresentare l’Italia, insieme ad AstràgaliTeatro, altre due importanti strutture, componenti dell’ITI Italia: Amiata Mutamenti, di Grossetto, che ha visto impegnato il suo direttore artistico  Giorgio Zorcù  in un intervento sull’esperienza maturata a livello internazionale dalle residenze teatrali, e LaMama Umbria, con la proposta, per voce di Adriana Garbagnati, responsabile organizzativa della strutturale spoletina, di un Premio internazionale dedicato ad Ellen Stewart all’interno del Festival di Spoleto. Particolarmente interessante la modalità di svolgimento del Congresso che quest’anno ha visto intrecciarsi fortemente le voci, ovvero gli spettacoli teatrali, con una presenza marcata del nuovo teatro armeno, e i pubblici, ovvero artisti, ricercatori, studiosi, autori e professionisti provenienti da tutto il mondo.  Un modo per sottolineare che il teatro è esattamente il luogo dove arte dell’attore e arte dello spettatore si incontrano, ma anche per esplorare le esperienze dei ‘nuovi teatri’ nei più lontani angoli di mondo. Come già accaduto a Xiamen e a Baku lo scorso anno, il 34th ITI World Congress ha affrontato questioni artistiche ma anche formative e organizzative, privilegiando la possibilità di scambi e la creazione di reti tra colleghi e operatori del settore. Ogni giorno, in calendario, spettacoli, incontri, conferenze. Un dibattito aperto ha interessato, tra l’altro, il futuro della Confederazione che ha come obiettivo per il 2015 quello di aprirsi ulteriormente per includere nuovi membri da regioni non ancora rappresentate all’interno dell’organizzazione, per dare più voce e potere alle molteplici culture dei vari paesi.
Altri temi in scaletta, la mobilità artistica: ostacoli e sfide, per informare sulle iniziative e sui programmi per migliorare la collaborazione degli artisti teatrali a livello mondiale; il coinvolgimento del pubblico, ovvero percorsi per lo sviluppo di partnership; lo sviluppo di opportunità, anche informali, per lo scambio di progetti, workshop di training attoriale, festival, residenze artistiche.
“Con le sue oltre 100 realtà nazionali provenienti da ogni parte del mondo”, sottolinea Fabio Tolledi, presidente dell’ITI Italia, “l’International Theatre Institute non è solo la più grande realtà teatrale nel mondo. E’ soprattutto quella dove lo scambio tra culture differenti acquista un valore enorme, divenendo pratica politica, quella diplomazia dal basso di cui si ha sempre più bisogno per riuscire a sconfiggere  fondamentalismi e neocolonialismi. Internazionalizzazione della scena e circolazione dei differenti modi di fare e vedere teatro per noi è una pratica quotidiana e costante.

A questa pratica l’ITI Italia negli ultimi due anni ha contribuito in modo rilevante, con la realizzazione di importanti e prestigiosi progetti internazionali. Far agire il teatro nei luoghi di conflitto e nei luoghi di guerra, promuovendo incontri e laboratori in residenza dove permettere a persone di differenti nazionalità, spesso in guerra tra loro, di incontrarsi e lavorare insieme, è la traccia del lavoro editoriale che presenteremo, e che ci permette di dire che spesso il teatro riesce a produrre piccoli insperati importantissimi miracoli”.