IL PRESIDENTE FABIO TOLLEDI, DIRETTORE ARTISTICO ASTRAGALI, ELETTO NELL'EXCUTIVE CENTER E COORDINATORE DELLA RETE DEI CENTRI EUROPEI
L’Italia fa il pieno nel corso del 34° Congresso mondiale dell’International Theatre Institute svoltosi dal 17 al 22 novembre in Armenia, a Yerevan. Fabio Tolledi, direttore artistico e regista di Astràgali Teatro, presidente del Centro Italiano che a sede a Lecce, entra a far parte dell’Executive Council ed è stato eletto coordinatore del network che riunirà i Centri europei.
“Un riconoscimento significativo”, lo definisce lo stesso Tolledi, “al lavoro che in questi tre anni il Centro italiano dell’ITI ha condotto nel promuovere la Giornata mondiale del Teatro nel nostro Paese e con la messa a punto di progetti di respiro europeo che hanno coinvolto il Segretariato Generale ITI e diversi Centri nazionali. Progetti caratterizzati da una pratica di lavoro tesa a portare il teatro nei luoghi di conflitto e di guerra, nella certezza di poter esprimere in questo modo una particolarissima pratica di diplomazia dal basso e a sottolineare la responsabilità che il teatro in questo preciso momento storico può, per noi deve, assumersi prendendo parola su quel che avviene intorno a noi”.
D’altra parte, non a caso, il filo rosso del 34° Congresso mondiale ITI era strettamente legato alla pratica delle relazioni: “Tempo del dialogo. Nuove voci, nuovi pubblici”, questo il tema dei cinque giorni nell’Università di Yerevan per il Cinema e il Teatro (come nuovo membro dell’ITI/UNESCO Network for Higher Education in the Performing Arts), aperti da una relazione di Tobias Biancone, segretario generale dell’ITI. Particolarmente innovativa, la modalità di svolgimento del Congresso ha visto intrecciarsi fortemente, nel corso dei lavori, le voci, ovvero gli spettacoli teatrali, con una presenza marcata del nuovo teatro armeno, e i pubblici, ovvero artisti, ricercatori, studiosi, autori e professionisti provenienti da tutto il mondo. Un modo per sottolineare che il teatro è esattamente il luogo dove arte dell’attore e arte dello spettatore si incontrano, ma anche per esplorare le esperienze dei ‘nuovi teatri’ nei più lontani angoli di mondo. “In questo 34° Congresso”, prosegue ancora Fabio Tolledi, “la presenza italiana è stata fortemente marcata e ha permesso il confronto e la discussione su questioni importanti nella vita del teatro e nella relazioni tra comunità teatrali”. Oltre allo stesso Tolledi, infatti, la delegazione italiana era composta da altre due importanti strutture componenti dell’ITI Italia: Amiata Mutamenti, di Grossetto, che ha visto impegnato il suo direttore artistico Giorgio Zorcù in un intervento sull’esperienza maturata a livello internazionale dalle residenze teatrali e su come permettere a questa esperienza di divenire un percorso di lavoro strutturato all’interno della rete mondiale ITI, e LaMama Umbria, con la proposta, per voce di Adriana Garbagnati, responsabile organizzativa della strutturale spoletina, di un Premio internazionale dedicato ad Ellen Stewart all’interno del Festival di Spoleto. Premio internazionale che da quest’anno si svolgerà, appunto, sotto l’egida dell’ITI Worldwide. Infine, interamente dedicata all’esperienza dei progetti internazionali promossi da Astràgali Teatro e dal Segretariato generale ITI, la sessione su “Teatro e guerra” a partire dalla presentazione del volume “Walls-Theatre and war”, autore lo stesso Tolledi, restituzione di un’esperienza progettuale realizzata in Grecia, Cipro, Turchia, Italia, Francia, Germania. Come già accaduto a Xiamen e a Baku lo scorso anno, il 34th ITI World Congress ha affrontato questioni artistiche ma anche formative e organizzative, privilegiando la possibilità di scambi e la creazione di reti tra colleghi e operatori del settore. Ogni giorno, in calendario, spettacoli, incontri, conferenze. Un dibattito aperto ha interessato, tra l’altro, il futuro della Confederazione che ha come obiettivo per il 2015 quello di aprirsi ulteriormente per includere nuovi membri da regioni non ancora rappresentate all’interno dell’organizzazione, per dare più voce e potere alle molteplici culture dei vari paesi. Altri temi in scaletta, la mobilità artistica: ostacoli e sfide, per informare sulle iniziative e sui programmi per migliorare la collaborazione degli artisti teatrali a livello mondiale; il coinvolgimento del pubblico, ovvero percorsi per lo sviluppo di partnership; lo sviluppo di opportunità, anche informali, per lo scambio di progetti, workshop di training attoriale, festival, residenze artistiche.
“Con le sue oltre 100 realtà nazionali provenienti da ogni parte del mondo”, sottolinea Fabio Tolledi, “l’International Theatre Institute non è solo la più grande realtà teatrale nel mondo. E’ soprattutto quella dove lo scambio tra culture differenti acquista un valore enorme, divenendo quella pratica politica dal basso di cui si ha sempre più bisogno per riuscire a sconfiggere fondamentalismi e neocolonialismi. Internazionalizzazione della scena e circolazione dei differenti modi di fare e vedere teatro intesa come pratica culturale costante per favorire la circolazione e la relazione delle culture, delle lingue, dei modi di vedere l’altro. A questa pratica l’ITI Italia negli ultimi due anni ha contribuito in modo rilevante, con la realizzazione di importanti e prestigiosi progetti internazionali. Far agire il teatro nei luoghi di conflitto e nei luoghi di guerra, promuovendo incontri e laboratori in residenza dove permettere a persone di differenti nazionalità, spesso in guerra tra loro, di incontrarsi e lavorare insieme, è la traccia del lavoro che ci caratterizza e che ci permette di dire che così inteso il teatro riesce molto spesso a produrre piccoli insperati importantissimi miracoli”.
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